Tremila posti letto in Calabria; una presenza capillare discreta ed efficiente, che in alcuni borghi rappresenta l’unica offerta ricettiva. Il settore extraalberghiero ha un peso non indifferente nell’accoglienza in Calabria. E in molti casi ha il grandissimo merito di far rivivere luoghi poco abitati, di valorizzare borghi altrimenti semisconosciuti, di rivelare angoli di Calabria che sono fuori dai consueti giri del turismo di massa.
Una realtà complessa e articolata che muove una parte dell’economia regionale – spiega il presidente dell’Associazione regionale Bed & Breakfast e Affitta Camere della Calabria Giuseppe Frisenda – ma che in realtà costituisce un vero e proprio presidio culturale.
Come accaduto in ogni settore del turismo, la pandemia ha messo a durissima prova queste piccole realtà ricettive. Ma il rovescio della medaglia è che – ora che si sta ripartendo – strutture piccole e riservate vengono preferite dai turisti, che da un lato qui si sentono più protetti da eventuali rischi di assembramenti, dall’altro scelgono di restare in Italia per le loro vacanze e di scoprire luoghi come la Calabria, che ha tanto da offrire in termini paesaggistici, enogastronomici e dell’accoglienza.
Per questo, dice Frisenda, oggi che abbiamo strutture in grado di offrire servizi di altissima qualità, è indispensabile un progetto articolato ed efficace di promozione del territorio: “Al resto, ci pensiamo noi”.
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